Il parco giochi é l’ultima frontiera dello stare insieme

Mi sono fermato a riflettere.

E ci ho colto una sensazione. Per loro un parco giochi é la dimensione che va oltre il senso ludico e ricreativo. Loro hanno soltanto 5 o 10 anni.

Per loro quel posto rappresenta l’attesa della giornata, magari quel fremito di libertà che distrae dalla lezione di matematica, che alleggerisce le raccomandazioni della mamma o che sgrava dalla responsabilità dell’impegno imminente di fare i compiti.

Un parco giochi é la dimensione assoluta dell’essere sociale. É forse l’ultima vera frontiera dello stare insieme in un contesto di assoluta e nuda libertà. Come il volo che desiderano spiccare mentre si dondolano sull’altalena, al ritmo della spinta che proviene dalla mano dell’amico.

Ingenuamente, così come solo i bimbi sanno fare. Ignorando la percezione del quotidiano che si snoda nella fluidità dei rapporti virtuali. Ignorando la complessità della vita adulta che scorre ed impazzisce tutt’intorno. Ignorando lo sguardo curioso di un osservatore, fermo a riflettere su quanto un parco giochi sia effettivamente la dimensione ideale, nella quale crescere nel reciproco ed ingenuo scambio di esperienze umane.

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